Pezzetti.

L'ho amato, come si può amare una donna, o la propria madre.
L'ho ascoltato, come si scolta Mozart, in una sera d'estate, a Salisburgo, mentre si siede con una birra in mano e la musica sale pudica, con discrezione, dalla Piazza verso il castello.
L'ho letto, ho letto e riletto le sue parole, come si può leggere un poeta, come leggo Rilke, o Pavese.
L'ho imitato, con una vecchia chitarra, come possono fare i ragazzi, accaldati, al mare, davanti al fuoco in spiaggia.
L'ho rispettato, come si può rispettare un padre, un insegnante, un nonno che ha combattuto la resistenza.
L'ho ammirato, come si può ammirare il tramonto dalla collina, ad Aprile, con l'aria già tiepida di promesse.
L'ho persino invidiato, come si può invidiare il Genio, come Salieri di fronte Mozart.
L'ho perduto, come si perde un amore acerbo, staccatosi dal ramo, senza pietà.
L'ho pianto, come si piangono gli eroi ed i poeti, perchè sai che il loro tempo è finito.

L'ho adorato, come si può adorare un idolo in carne ed ossa, perchè ha scritto le parole che  avrei voluto scrivere io, e le ha immerse nella musica più dolce, che mi fa piangere ancora, quando la risento.

Ciao fabrizio.
Mi (ci) manchi. Oggi più di ieri.

Commenti

Baol ha detto…
Ho visto il suo ultimo tour, hai letto il post, ho poche altre parole.

Un abbraccio bro
Lara ha detto…
Faber rimane per molti di noi, indimenticabile.
Ciao Fabio,
Lara

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