Marilyn

Il poster me lo ricordo bene: era in camera mia, proprio dietro il letto, nella vecchia casa (la terza in ordine cronologico) che ho abitato da adolescente, e ricordo bene come lo amassi, e che bella sensazione era quella di rientrare a casa, andare in camera. gettare libri e zaino sul letto ed alzare lo sguardo, per vederla, e salutarla..
In quegli anni (avevo 16, 17, 18 anni circa...) ne ero affascinato, avevo già visto tutti i suoi film, avevo persino comprato una sua biografia, in inglese (io che all'epoca studiavo inglese al liceo, ero bravino, ok, ma il 50% delle parole dovevo cercarle nel dizionario, o le saltavo direttamente..) piena di bellissime foto. Un libro che centellinavo pagina per pagina, come  un bicchiere di vino, assaporandone le parole e  le tante foto. E mi innamoravo ancora una volta, per sempre.
Era già un'icona lei, già passata attraverso Warhol, poi nei poster, sulle T-shirt, mercificata ed innalzata a semidea del pop, ne ero consapevole, ma l'ingranaggio del divismo post mortem mi aveva preso ormai, ed io mi lasciavo trasportare volentieri, con la massa,  dalle onde del sogno hollywoodiano.
In questi giorni ho letto delle belle cose su di lei, tra cui una testimonianza "dal vivo" della (mai troppo compianta) Fernanda Pivano, che in un suo vecchio articolo la descrisse come un'apparizione, durante il suo incontro  a casa di Arthur Miller, con dolcezza e qualche rimpianto, per la sua vita giovane e già perduta.
Ad Agosto saranno trascorsi 50 anni dalla sua morte, eppure sembra ieri, per chi - come me- ne sarà sempre innamorato.




Commenti

Moky in AZ ha detto…
Una donna complicata, fragile, sfruttata per la sua bellezza e la sua fragilita'... Non sapevo fosse gia' i 50mo della sua morte...
A me e' piaciuto il ritratto fatto dalla Williams in "My week with Marilyn".

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