Occhi blu - 3 (fine)

Ora l'enorme prato, che prima era deserto, si è trasformato nella più grande risaia fuori del Vietnam.
Il fango ha ricoperto coperte, bottiglie vuote, braccia, mani e facce.
I bambini scendono giù dalla collina di Woodstock scivolando sulla terra umida, trasformando questa calda giornata di Agosto in un Natale posticcio, tirandosi palle di fango al posto della neve, ed adattando i logori jeans al terreno, a mo' di slittino, atterrando tra la folla molliccia, ma felice.

La musica si è fermata per qualche ora. Tutti sembravano impazziti sotto il temporale, il palco ed i cavi elettrici sono stati coperti, le voci e le chitarre hanno cessato per un po' di vibrare, ma i corpi no.

Alle sei del pomeriggio ricomincia tutto: la musica inonda di nuovo la folla, il fango sembra quasi asciugarsi sotto le onde sonore di Country Joe, The Band, poi Blood sweat and tears, e la notte dell'ultimo giorno ricade come un manto musicale sul prato.

Chi suona ora? La ragazza quasi urla per farsi sentire dagli amici lì vicino, eppure insospettabilmente lontani, o forse lei si sta adeguando alla confusione, ed allora - mentre si lava via gli ultimi residui di fango dal bel viso rosso, scottato quasi fosse stata un lungo weekend in California - ripensa alle note, a questo strano buco di posto, alla miriade di teste, voci, mani, odori, facce, note, al mondo che improvvisamente qui, sembra esploso per trasformarsi in un unico villaggio pacifico e confusionario. Ed è felice.

Non si dorme nemmeno stanotte, ok! Ho capito.....tanto domani mattina si va, si torna a casa, ed allora sentiamo pure questi qui , dai! Judy! Vieni? Dai, avviciniamoci un po' al palco!
Già, ora si può, la ressa è diminuita, qualcuno ha già smonmtato le tende, il fango, l'acqua e la stanchezza hanno fatto il resto. Ok, vengo! Ma chi sono quelli?

Il tizio sul palco (carino, l'unico, gli atri 2 sono brutti ceffi..) ringrazia il popolo di Woodstock. "grazie per essere ancora qui! mamma mia! Tre giorni! E' incredibile! Vi vogliamo bene ragazzi" Poi si rivolge allo speaker ufficiale: " Ditegli chi siamo!" con un po' di vergogna, già i tre ragazzoni per la prima volta di fronte a 50.000 persone, e poi suonare dopo Cocker, gli Jefferson.. le gambe tremano un po'...
Signore e signori: Crosby Stills and Nash!

Un caldo benvenuto, le grida, gli applausi. Judy ed i ragazzi ora sono vicini al paclo, e tra le luci rosse e blu, nella notte umida di pioggia e note, sono attenti a non perdersi nemmeno una nota di questo nuovo gruppo. E Judy, soprattutto lei, scopre il suo mondo.




Postfazione: Con questo post chiudo un veloce flaskback nel 1969. Il prossimo Agosto saranno infatti passati 40 anni dall'evento che - si può ben dire - ha cambiato le sorti della musica. Oggi ne siamo sicuri. In questi giorni si può già vedere il Trailer del film che Ang Lee ha dedicato a Woodstock, e, da quando l'ho visto, mi è venuta la voglia di scrivere qualcosa.
La mia generazione è figlia di quegli anni, l'ombra di Woodstock si allunga sulla mia primissima infanzia, e la musica che ho imparato ad amare nei momenti della mia crescita culturale, viene quasi tutta da lì.
Mi piaceva quindi pensare all' aside del concerto, alle storie piccole, alle persone che hanno avuto la fortuna di essere lì, di fare la storia, e mi è venuto in mente un tris di piccole storie, ed un filo comune. Il mio onirico musicale si nutre di video e vecchie foto, ma la musica non cambia.
Grazie per l'attenzione.

Commenti

Prisma ha detto…
Ahhhhhhhhh! Datemi una macchina del tempoooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!
Come invidio Judy! :D

Grazie per questi racconti.
Gianna ha detto…
...la musica non cambia mai, in tutti i sensi, caro Fabio.
Lara ha detto…
Come vorrei vivere in quel tempo, passato (incredibile) da 40 anni...
quando i giovani credevano in qualcosa di pulito, di bello, insomma CREDEVANO...
Anch'io credo di essere con quella musica dentro, fra l'altro una grande musica.
Grazie Fabio, è stato un sogno dolcissimo leggerti.
Lara
Vale ha detto…
La musica fa la storia!
Moky in AZ ha detto…
mio cognato Joe c'e' stato, mio marito si ricorda che quando torno' a casa dopo il concerto era coperto di fango solidificato da capo a piedi!! (con 10 anni di differenza, aveva forse 8 anni e il significato dell'evento non poteva capirlo...)

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